venerdì 2 agosto 2013

Bergen, il mercato del pesce

Bergen, il mercato del pesce © Luca Ferrari
Viaggio nel cuore del mercato ittico di Bergen, in Norvegia. Agli esordi dei reportage internazionali vissuti con Il Reporter - raccontare oltre confine.


Storie sospinte verso nord, con il vento della corrente a dettare le coordinate di questa nuova destinazione. Lassù, in terra norvegese. Nel cuore di Bergen, contea sud-occidentale di Hordaland. Fra le case col tipico tetto a V rovesciata del quartiere anseatico e un insolito viaggio fra connazionali al lavoro nel mercato ittico locale. 

Lasciatomi alle spalle il Bryggen, lo storico quartiere del Lungomare (patrimonio mondiale dell’Unesco), per la mia prima esplorazione mi faccio trasportare dall’aria salmastra fino ad arrivare alla Fisketorget, la piazza del Mercato di Bergen, dove da oltre trecento anni hanno trovato casa le tante bancarelle con specialità pescate nei fiordi e in mare aperto. Non è un caso che la città sia gemellata con altri centri che hanno un importante mercato ittico.

Qui in Norvegia però, oltre ai prodotti generosamente distribuiti da Poesidone, ci sono altre bancarelle specializzate in frutta, verdura, souvenir, fiori e artigianato locale. Non faccio tempo a passare davanti al primo dei molti stand, sotto dei particolari tendoni rossi che mi sento invitare nella mia lingua ad assaggiare qualche specialità. Non sono i turisti, ma gli stessi pescivendoli che parlano mentre preparano piatti di pesce (pagabili in corone norvegesi e in euro).

Giro ancora un po’ e dai banconi mi sembra solo di sentire il mio idioma lasciato in Italia. La curiosità è troppa. Fra qualche stuzzichino degustato e una sigaretta fumata, aspetto fino a quando non riesco a scambiare quattro chiacchiere con qualche compatriota, erede dei grandi uomini di mare.
“La maggior parte di noi lavorano qui per tutto il periodo estivo” mi spiega un laureando in biologia marina, “Alcuni sono studenti che studiano a Bergen, altri ci ritornano ogni estate dopo essere stati in Erasmus. Altri ancora si sono proprio trasferiti qui. Gli orari sono molto flessibili. Si va dalle cinque/sette alle  tredici ore”.

“È una città molto tranquilla, rilassante” mi confida un altro ragazzo, trasferitosi da qualche anno sulle sponde dei fiordi e ormai habituè del mercato “C’è molta meno frenesia rispetto all’Italia, e si trova lavoro facilmente. Non di meno, per chi volesse condividere la vita di mare (turisti inclusi), c’è la possibilità di salire in barca insieme ai pescatori locali”.

I turisti continuano ad arrivare numerosi. I banconi traboccano. Per i gabbiani ogni giorno (almeno nel periodo estivo, quando il mercato è in piena funzione) è sempre festa. E mentre sono conteso dalla vita che scorre proprio lì sul molo, davanti al mercato, due leoni in ferro battuto mi rimandano al medesimo felino, simbolo dell'antica Repubblica Marinara di Venezia.

Panini farciti di gamberetti. Giganteschi granchi reali. Rosei salmoni. C'è anche la molto ricercata balena, il baccalà, lo stoccafisso. E diversi tipi di caviale. Da quello classico di color nero che siamo abituati a vedere anche nei nostri supermercati, a quello bianco artico. Immancabile qualche tentativo di contrattazione (soprattutto di qualche pignolo turista nostrano), specie durante la preparazione della paella, il tipico piatto di pesce spagnolo. 

Dopo aver investito 65 corone in un fish burger, mi adagio comodamente su una panchina. Un mix di sapori carezza il mio palato. La pasta morbida del pesce invade olfatto e gusto senza esclusione di delicati colpi al piacere. Il rilassato masticare mi fa sprofondare in un sorriso incontaminato sempre più rivolto alla strada maestra verso i fiordi. Lì, davanti a me.

Bergen, il mercato del pesce © Luca Ferrari
Bergen, il mercato del pesce © Luca Ferrari
Bergen, destinazione Sognefjord © Luca Ferrari

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