lunedì 2 settembre 2013

Bilinguismo, indicazioni di civiltà

Dolomiti, cartello bilingue © Stefano Feltre
Toponomastica italo-tedesca sostituita solo con la seconda. Perché? Presa di posizione? Riflusso irredentista o logica politica? Comunque sia, è ridicolo e infantile.

di Luca Ferrari

È passato quasi un secolo dallo scoppio della I Guerra Mondiale. Sulle montagne dolomitiche si sono combattute alcune delle fasi più cruente del conflitto eppure una sottile linea d’intolleranza tra Italia e mondo teutonico è rimasta. Radicata. Com’è tipico delle zone di confine.

Di recente in Trentino-Alto Adige, dove a dispetto della territorialità italiana e la forte presenza tedesca (non a caso si pratica il bilinguismo), un folle accordo Stato-Provincia ha fatto si che 135 nomi italiani di sentieri, malghe e montagne, sparissero dalla toponimia e mettendo al loro posto nuovi cartelli solo ed esclusivamente in lingua tedesca. La reazione non si è fatta attendere e nei giorni scorsi, sotto le fresche nomenclature un raid notturno ha aggiunto l’italiano con pennarello indelebile.

Perché questa follia? Perché aizzare gli animi e mettere zizzania tra due comunità che a dispetto della bandiera che sventola, hanno tutto il diritto e il dovere di convivere rispettandosi l’un l’altra? La cancellazione dell’identità, quale che sia, è il primo passo delle guerre. Basti pensare all’escalation d’intolleranza che seguì la distruzione dei Buddha di Bamiyan in Afghanistan da parte dell’estremismo talebano nel 2001. È questo che vogliamo?

La situazione odierna ha avuto inizio nel 2009 quando l’Alpenverein, il Cai di lingua tedesca, incominciò a fare piazza pulita di molta toponomastica bilingue in favore della propria. Quattro anni dopo siamo fuori dal sentiero della cronaca e il caso si è guadagnato le pagine nazionali.

In un simile momento storico dilaniato dalla crisi economica, è sempre più importante che le istituzioni predichino a parole e fatti il dialogo. Simili comportamenti oltre che deleteri dimostrano una chiusura preoccupante. E quando la politica stuzzica, l’uomo becero risponde. Non è un caso che alle repliche in pennarello, siano puntuali arrivato insulti in tedesco agli italiani. Adesso sembra che i nuovi cartelli saranno sostituiti con novelli bilingue.

La montagna è un patrimonio mondiale dell’umanità. La Storia si ribelli a manovre politiche. Lì dove presenti due entità, il bilinguismo è un segno di civiltà e rispetto. Le fondamenta della Pace universale.

Dolomiti, cartello bilingue © Stefano Feltre
Dolomiti, cartello bilingue © Stefano Feltre
Bilinguismo tra Malga Coltrondo (Bl) all'Alpe di Nemes (Bz) © Luca Ferrari

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