martedì 24 settembre 2013

Ta Chalkina, il pranzo è servito

La Canea - Ta Chalkina, tortine a la polita © Luca Ferrari
Carne mista immersa in sentieri speziati. La dolcezza delle rose intinta nello yogurt ovino. La “rakisteria” cretese Ta Chalkina è un trionfo di sapori locali.

di Luca Ferrari

Tra le proposte culinarie suggerite sull’eccellente Guide Routard di Creta, tra i suggerimenti su dove provare le specialità tipiche, viene proposto il ristorante Ta Chalkina, situato nella città vecchia fronte mare, in Akti Tompazi Street, con l’antico faro veneziano a contatto del proprio ravvicinato orizzonte.

Ci si può sedere dentro o fuori. L’arredamento ha un sapore antico. Il menù è interamente (e separatamente) disponibile in più lingue, italiano incluso. Ancora ignaro che le porzioni greche siano abbondanti, scelgo di cominciare da quello che è il mio unico (fin’ora) piatto conosciuto, il formaggio Feta, condito ad arte.

Incassata poi la delusione per l’assenza del tipico agnello al forno (finito per oggi, ma comprensibile visto che mi sono accomodato dopo le 3 del pomeriggio), passo a gustare i classici souvlaki, spiedini di pollo marinato con vino bianco, olio d’oliva, limone, aglio e yogurt. Tenero, delicato e dal sapore intenso.

Tocca poi alle “Tortine a la polita” (pitakia politika), un piatto originale con carne macinata (maiale e vitello) nel cui impasto trovano spazio curry, aglio, uva passa e sopra il tutto, una soffice scia di salsa di yogurt con spruzzata di peperoncino (per niente piccante). Una sola porzione consiste in tre di queste deliziose pies.

Creta, così come immagino anche nel resto della Grecia, è costume che a inizio pasto venga portata un’ampia brocca d’acqua. Una pratica questa totalmente sconosciuta in Italia e quel che è peggio è che anche dinnanzi alla richiesta di una di queste, si può inspiegabilmente ottenere solo una bottiglia di minerale naturale invece della banale acqua di rubinetto. Ma questo non è il solo “omaggio” della cucina cretese che, è bene sottolinearlo, non riguarda l’intera offerta ristoratrice ma è comunque abbastanza comune. Come detto dunque, le sorprese non sono finite.


Chiesto il conto, vedo arrivare il gentile cameriere con un piattino (ma neanche tanto piccolo) traboccante di yogurt greco (nella stragrande maggioranza dei casi preparato da latte di pecora) con sopra marmellata di rosa, il tutto innaffiato da una bottiglia di Raki, la grappa bianca locale. Un dessert che non ho ordinato ma cui vengo invitato a gustare.

A seconda del locale, il dolcino finale può variare spaziando su frutta o altre combinazioni di yogurt. La grappa invece è una quasi costante. Pagata infine una cifra più che onesta, insieme al conto c’è un piccolo cartoncino dove il Ta Chalkina chiede di esprimere il livello di gradimento su quanto gustato e vissuto. Subito fuori poi, un pratico contenitore dove mettere il proprio. Ultimo appunto. Anche se non “scappa”, fate comunque un salto a visitare l’elegante toilette. In un attimo vi ritroverete catapultati indietro di un paio di secoli, con inoltre i singoli servizi più che profumati.

Una cosa è certa, dovessi tornare a Chania (Xania, La Canea, Haniá), so già dove andare a pranzare.

La Canea - Ta Chalkina, i souvlaki © Luca Ferrari
La Canea - Ta Chalkina, il formaggio Feta © Luca Ferrari
La Canea - Ta Chalkina, tortine a la polita © Luca Ferrari
La Canea - Ta Chalkina, yogurt con marmellata di rose © Luca Ferrari
La Canea (Creta) - Ta Chalkina © Luca Ferrari

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