giovedì 21 novembre 2013

I sapori in alta quota della Val Gardena


Strudel, speck, grappe e perfino il pesce. Viaggio tra i sapori da gustare in alta quota in Val Gardena (BZ) tra una sciata e una discesa in slittino.

di Luca Ferrari, ferrariluca@hotmail.it
giornalista/fotoreporter – web writer 

Un mix di bellezza, servizi e cucina. È la Val Gardena, tra le prime dieci località turistiche scelte dai viaggiatori di Tripadvisor e prima tra le mete montane. Nell’Alto Adige, tra una sciata e al’altra è possibile rifocillarsi con succulenti piatti direttamente sulle piste da sci (oltre 100) di ristoranti e rifugi.

Fragole e panna in quota (BZ)
Scegliendo la pista che porta al Rifugio Emilio Comici (2154 m s.l.m.) per esempio, noto anche per i suoi aperitivi e le Special Nights che si concludono con lunghe discese notturne in slittino o con gli sci ai piedi, in piena stagione invernale è possibile mangiare pesce fresco.

Direttamente sulle piste da sci della Baita Daniel (2240 m s.l.m.) invece, oltre a un’ottima cucina tradizionale tirolese, si possono provare anche grappe e distillati di frutta. Per i palati più esigenti inoltre, le acquavite Cognac e Armagnac in missione nel Vostro corpo per scaldare e rinvigorire in particolare modo quando il termometro lì fuori si ferma sotto lo zero.

In fatto di calde bevande rinvigorenti, non ha nulla da invidiare il Rifugio Troier (2500 m s.l.m.) con la celeberrima Nonna bollente. La Baita Sofie (2410 m s.l.m.) si è specializzata in piatti realizzati con ingredienti BIO, ma non solo. Ogni giovedì  propone degustazioni di vino guidata con speck e formaggi.

Infine, per gli amanti dei dolci, nei pressi del Dantercëpies a Selva di Val Gardena si trova Villa Frainela dove è possibile gustare le torte e i dolci fatti in casa dalla proprietaria Daniela Comploj, accompagnati da infusi provenienti da tutto il mondo. A Villa Frainela è fatto artigianalmente anche il gelato, con prodotti genuini e di alta qualità.

Val Gardena (BZ), soffici gnocchi al formaggio in quota
Ortisei (BZ), i dolci della Costamula
Val Gardena (BZ), l'inimitabile strudel altoatesino

martedì 19 novembre 2013

Remiera Cannaregio, regata in mascareta

Laguna veneziana, regata in mascareta © Luca Ferrari
Dalla Bucintoro alla sfida in famiglia tra le vogatrici della Remiera Canottieri Cannaregio. Oggi le eredi di Casanova spingono su mascareta.

di Luca Ferrari, luca.goestowest@gmail.com
giornalista/fotoreporter – content writer

La tradizione si lega al mare. Il remo affonda nello spazio lagunare. Anche una semplice regata fra i soci di una remiera fa salire l’adrenalina e lo fa diventare evento. Alcune di loro si lanciano messaggi (scherzosi) di sfida. Di sicuro trionfo. Giovani e più mature sono lì. Pronte e in posizione. A coppie. Sulla loro mascareta.

Sono le donne della Remiera Canottieri Cannaregio, storica società sportiva nata nell’estate del 1978 e situata poco distante dalla chiesa di S. Alvise e il Teatro Groggia. Loro sono già entrate nella storia di Venezia. In occasione della Regata Storica 2008, sono state il primo equipaggio tutto al femminile a guidare la celeberrima Bucintoro.

Si “corre” in una delle zone più belle e meno trafficate della laguna. Nello specchio d’acqua fra Venezia e l’isola di San Michele (poco lotre si vede l’isola di Murano). Pochi battelli di linea. Neanche un confronto con il sempre più intasato Canal Grande. Le protagoniste  vogano su mascareta.

Questa barca è un sandolo (tipica imbarcazione veneziana) leggero, con una lunghezza che può variare tra i sei e gli otto metri. Si narra che in tempi lontani la mascareta fosse usata soprattutto dalle donne, in versione amanti, quando si recavano dal proprio bello di turno. Nel salire in barca, per non farsi riconoscere dal gondoliere, portavano una maschera. Da qui il nome.

Ed eccole dunque. Le gagliarde eredi di Giacomo Casanova, l’imitabile latin-lover veneziano. Sono pronte a darsi battaglia. Tutte vestite di nero/verde (i colori della Remiera Cannaregio). A viso scoperto. Su mascareta. I loro mariti, ragazzi o amanti che siano, le seguono incitandole.

L’aria è frizzante. Il sole si sposa sulle sirene d’acqua salata. I remi sono ben piantati nella forcola. Prima di partire, qualche colpo di martello per non rischiare che si stacchino. Le vogatrici sono come frecce di un arco, pronte a far pattinare la mascareta sul tessuto acqueo. Pronti. Partenza. Via.

C’è chi passa subito al comando. Chi prosegue più lentamente. Chi perde terreno. Il gruppo di undici barche inizia a scomporsi. Si arriva al momento fatidico del giro di boa. La provina (quella che voga davanti) deve fare il lavoro maggiore. Poi, insieme alla spinta della poppiere, inizia il ritorno. Bisogna dare il massimo.

Sudore e salso vanno incontro alla brezza. La sfidano. Festeggiano le prime con la classica alzata di remo. Via via arrivano le altre. Donne su mascareta. Ecco il loro biglietto da visita. La laguna si fa specchio di sorrisi, smorfie, stanchezza e abbracci. In pieno giorno. Il tempo si plasma nella nuova leggenda.

Venezia, le regatanti della Remiera Canottieri Cannaregio in azione © Luca Ferrari
Venezia, le regatanti della Remiera Canottieri Cannaregio in azione © Luca Ferrari
Venezia, le regatanti della Remiera Canottieri Cannaregio in azione © Luca Ferrari
Venezia, le regatanti della Remiera Canottieri Cannaregio al giro di boa © Luca Ferrari
Venezia, le regatanti della Remiera Canottieri Cannaregio in azione © Luca Ferrari
Venezia, le regatanti della Remiera Canottieri Cannaregio in azione © Luca Ferrari
Venezia, le vincitrici della Remiera Canottieri Cannaregio © Luca Ferrari
Venezia, le regatanti della Remiera Canottieri Cannaregio in azione © Luca Ferrari

Venezia, le regatanti della Remiera Canottieri Cannaregio tornano a casa © Luca Ferrari
Venezia, le vincitrici della Remiera Canottieri Cannaregio © Luca Ferrari
Venezia, la Remiera Canottieri Cannaregio © Luca Ferrari
...alla prossima! © Luca Ferrari

venerdì 15 novembre 2013

In ricordo di Maria Grazia Cutuli (1962-2001)

la giornalista siciliana Maria Grazia Cutuli
Il 19 novembre 2001 venne uccisa in Afghanistan l'inviata del Corriere della Sera, Maria Grazia Cutuli. Prima di quel giorno, mai avrei immaginato che avrei fatto il giornalista

di Luca Ferrari

"Tu, corri nella notte…non 
ricordo bene del perché 
avessi scelto la tua storia, 
forse perché avrebbe potuto 
somigliarmi" … Iniziava così TU…LUCI…CULTI, poesia che partorii a cavallo del 22 e 23 novembre 2001, qualche giorno dopo aver appreso la tragica notizia dell'uccisione della giornalista siciliana Maria Grazia Cutuli.

Approdata al Corriere della Sera a metà anni Novanta, prima di partire alla volta dell'Afghanistan, aveva già maturato esperienze internazionali in Liberia, Angola, Costa d’Avorio, Bosnia, Cambogia e Pakistan. La sua storia professionale raccontava anche di alcuni mesi vissuti nella martoriata Ruanda come osservatrice della Commissione ONU per i Diritti Umani. Arrivò infine l’11 settembre 2001. Due aerei di linea dirottati si schiantano sulle Torri Gemelle di New York. La risposta del presidente George W. Bush è immediata. Stati Uniti & alleati partono per rovesciare il regime talebano in Afghanistan.

Maria Grazia Cutuli viene inviata come reporter. Non passano neanche due mesi e la sua vita si ferma per sempre. Il 19 novembre 2001, nei pressi di Sarobi, sulla strada che collega Jalalabad, capoluogo della provincia afgana di Nangarhar, alla capitale irachena Kabul, cade vittima di un agguato. Insieme a lei vengono assassinati l'inviato del quotidiano El Mundo, il giornalista spagnolo Julio Fuentesi colleghi Harry Burton, australiano, e Azizullah Haidari, afgano, entrambi corrispondenti dell’agenzia di stampa Reuters.

Mestiere duro quello degli inviati al fronte, in particolar modo per coloro che non si nascondono dietro i comunicati stampa degli eserciti e governi. Maria Grazia Cutuli era una giornalista capace e determinata, come la sua collega Monica Maggioni ebbe modo di accennarmi durante un'intervista per la presentazione del suo documentario Out of Tehran alla 68° edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia .

Quando appresi della tragica notizia ricordo ancora che la immaginai così: la solitudine di una camera d’albergo. Il puzzle di parole sul laptop. La frenesia di una corsa per un servizio da realizzare tra esplosioni e sangue. Una persona, un testimone, un informatore da incontrare. E poi un diario di viaggio che iniziava a riempirsi sempre di più. La sua foto in chador viola dal giornale. Io m’innamoro una volta ogni dieci anni, disse. Chissà a che punto era in quei giorni di dodici anni fa. 

Chissà se la mattina si concedeva qualche minuto in più per mimetizzare i timori prima di cominciare a raccontare le guerre. Poi però finì tutto in una qualche nuvola di spietata polvere da sparo. Ciao Maria Grazia Cutuli (1962-2001), oggi è uno di quei giorni da illusioni ridotte in miniatura dove libertà e fede non sono che termometri dell’austerità della terra. Ciao Maria Grazia, nella libreria dei massacri dovrò accettare anche la fine del tuo coraggioso cuore. Una creatura donata in maniera ingiusta e troppo precoce alle tende dell’orizzonte.

la giornalista siciliana Maria Grazia Cutuli
...orizzonte sconfinato © Luca Ferrari

venerdì 1 novembre 2013

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Mi chiamo Luca Ferrari (Venezia, ‘76). Lavoro nel settore dei media (cartaceo e online) da più di 20 anni. Sono iscritto all’Ordine dei Giornalisti Pubblicisti del Veneto. Su segnalazione della sezione italiana di Amnesty International nel 2008, ho ricevuto a Roma il Free Lance International Press Premio Italia – Diritti Umani.

A partire dal 2011 ho lavorato con la società estera Webpals Marketing Systems LTD, cimentandomi con la scrittura SEO, campo questo ulteriormente implementato e studiato anche grazie a corsi professionali organizzati dallo Studio Samo di Bologna sulle tematiche:
  • Web Marketing
  • Social Media & Digital PR
  • Visual Storytelling

Nel corso degli anni ho collaborato con più testate fra cui:
  • Corriere Veneto
  • il reporter (reportage internazionali di viaggi)
  • Banca & Finanza
  • Granviale.it
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  • Carta Est-Nord
  • Spiagge d’Italia
  • LoSport
  • Toscana News, Chianti News
  • La Nuova Venezia
  • Gazzettino di Venezia

Sono unico autore e realizzatore dei seguenti magazine specialistici con annesse pagine Facebook
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