giovedì 21 gennaio 2016

La memoria non rende liberi

L'entrata del campo di concentramento di Auschwitz © Wikipedia
Aggiornate la Memoria, l’orrore è continuato nei modi più subdoli e assassini. Abbiamo aperto i cancelli di Auschwitz solo per scattare qualche selfie.

di Luca Ferrari

Prima la clava, poi la bomba atomica. Oggi un campionario d'ingegno capace di spaziare tra mine antiuomo, tortura, ricatti politico-economici, etc. Oggi intanto, 27 gennaio, una parte di mondo si appresta a celebrare un nuovo Giorno della Memoria. Ma se il presente fallisce ripetutamente il sorpasso evolutivo col passato, ogni idea di vera libertà è solo una terra dimenticata e senza più vita.

Dalle origini dell’Umanità il mondo è stato costellato di orrori d’ogni genere. Con la “scoperta” dei campi di sterminio in Germania il mondo pensò di aver visto abbastanza e provò a dire basta. Credette di aver detto basta. La triste cronaca dei decenni successivi narra invece del continuo sprofondare in un lugubre abisso di guerre (ufficiali e non), ridicolizzando il concetto dei diritti umani e ciò che è peggio, con la sistematica complicità della Comunità Internazionale che ha ignorato per convenienza il grido lancinante dei popoli più disparati.

Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche dell’Armata Rossa scoprirono il campo di concentramento della città polacca di Auschwitz. Tra poco sarà il 27 gennaio, il cosiddetto Giorno della Memoria. Sarebbe più corretto dire il Giorno della Memoria Ebraica. In questo giorno infatti vengono commemorate le vittime del nazismo, dell’Olocausto e di tutti coloro che si sono battuti per difendere i perseguitati di quella tragica pagina.

Dopo l'epopea dei genocidi tramandati e soprattutto minimizzati come Colonialismo, oggi i governi occidentali, spacciatisi per esportatori di pace, hanno creato distruzione, morte e alimentato il terrorismo. Cina e Russia hanno sempre più stretto le maglie delle rispettive dittature. In prigioni segrete e conosciute è stata praticata (e lo è tutt’ora, ndr) la tortura. L’annientamento dell’uomo è continuato in modo ancora più aberrante a dispetto di fantomatiche risoluzioni sui diritti umani.

Il passato consente di farci sentire fieri di ciò che non esiste più. Insistere a guardare solo un passato che non potrà più ripresentarsi ci offre l’alibi di poter ignorare ciò che è accaduto altrove e sta accadendo ora, e ovunque. Ne è tragicamente l’emblema il governo di Tel Aviv che continua a far pagare al popolo palestinese le colpe dei nazisti senza che nessuno osi fare qualcosa di concreto, temendo da parte d’Israele accuse antisemite.

No, nel 2014 c'è bisogno di qualcosa di più di un Giorno della Memoria. Il Giorno della Memoria deve essere dedicato a tutti i popoli del mondo. Nella Giornata della Memoria devono essere ricordate tutte le vittime innocenti. Ebrei, palestinesi, ceceni, tibetani, siriani, congolesi, vittime di mafia, emarginati in fuga dalla guerra e dall’orrore. Tutti, nessuno escluso.

Almeno un giorno all'anno tutti dovrebbero sentirsi uguali. Uguali nella memoria del dolore.

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