giovedì 29 ottobre 2015

L'immensità della poesia umana

(da sx) Luca Ferrari, il vice-sindaco di San Miniato Chiara Rossi e Don Backy
Viaggio nella poesia della vita. Dalle canzoni di Don Backy all’incontro con il cantautore toscano durante una premiazione letteraria a San Miniato (Pi). 

di Luca Ferrari

Dal lontano panorama del Comelico bellunese alla recente campagna toscana. Lì nel mezzo, un’ampia e sbilenca porzione di vita. Lì nel mezzo, l'espressione artistica senza confini. Lì, agli antipodi (...), le parole musicali di Don Backy e Kurt Cobain. Un lungo e impensabile viaggio tra i cerchi dell’esistenza dove a emergere è sempre e solo lei, l'immensità della poesia umana.  

Estate 1989. Senza il benché minimo straccio di cultura musicale, assisto in televisione al programma Una rotonda sul mare, sfida canora dove gli storici protagonisti della musica leggera italiana duellano con i loro epici cavalli di battaglia. Nella puntata finale si presentano in 11 e all’ultimissima sfida ci sono il modenese Maurizio Vandelli (leader dell’Equipe 84), in gara con la canzone 29 settembre e il toscano Don Backy con Poesia. Allora non potevo certo immaginare che quest'ultimo si sarebbe ripresentato lungo il mio cammino.

Passano cinque anni e la mia penna per la prima volta trafigge la carta. Aldilà delle mie personali emozioni, è la musica il grande motore. Non quella italiana ma il rock contemporaneo e arrabbiato di Nirvana e Pearl Jam, in particolare. Con queste due band e i rispettivi cantanti-compositori dei testi, Kurt Cobain ed Eddie Vedder, si crea un legame fortissimo. Ancora oggi, oltre ad ascoltarli, la mera forma di ciò che scrivo spesso si richiama a quel primo imprinting. 

Ottobre 2015. Sono già 21 anni che scrivo poesie. Non sono mai riuscito a cambiare genere. Non mi è mai interessato. Ho sempre voluto rimanere lì. A sputare fuori parole senza metrica. Senza alcun ordine se non quello del mio istinto. Magari senza neppure un senso logico. Non importa, va bene così. 

A livello artistico però il 2015 è stato un anno complesso. Inaspettato. Per la prima volta in vita mia non ho sentito l'urgenza di scrivere. Avrei potuto farlo (l'ispirazione non è mai stata in discussione) ma non l'ho fatto, se non in sporadiche occasioni. In questi primi 10 mesi del 2015 ho scritto appena 91 poesie. Una miseria. Per farvi capire, nel 2009 ne buttai giù 776, nel 2002 addirittura 1154 mentre il massimo lo raggiunsi dieci anni esatti fa, nel 2005 con 1847 (una media di più di cinque al giorno). 

Nella scrittura sono sempre stato spartano: o lo sento o mi dedico ad altro. Un giuramento di sangue a prova di menzogne. Mi fa male prendere atto di come stiano andando le cose quest’anno ma lo devo accettare. D’estate però mi è un po' tornata la voglia e pure quella di mettermi in gioco, così ho raccolto cinque poesie e le ho mandate alla L.A.P.S. - Libera Associazione Poeti e Scrittori per partecipare alla XXIII edizione del Concorso Internazionale La Rocca – Città di San Miniato (Pi).

Il risultato è stato il 1° premio nella sezione silloge. C'è di più. A pochi giorni dalla premiazione mi viene comunicato che alla premiazione interverrà una mia “vecchia conoscenza”. Proprio lui, quel Don Backy che in un lontano passato vidi alla tv, ancora ignaro di quanto la musica avrebbe influenzato la mia vita. Così, anche se non mi è stato possibile dirglielo, lo faccio ora. Lo voglio ringraziare come esponente di tutti quei cantautori per quello che l’arte musicale ha saputo regalarmi.

San Miniato, 24 ottobre '15. Nel corso della premiazione, per omaggiare il prestigioso ospite, vengono cantate due sue canzoni: Poesia e Immensità. Già, proprio Poesia. La canzone con la quale Don Backy si presentò alla finalissima di "Una rotonda sul mare" nel 1989. Già, proprio Poesia. Quel genere cui sarò sempre legato e per il quale ancora molta gente si ricorda di me chiedendomi come prima cosa se le scriva ancora.

Dagli artisti si pretende troppo: cambiare il mondo. No, loro non possono farlo. Possono ispirarlo però (e dunque cambiarlo? ndr). A me è successo, proprio con la musica. Anche su questioni in apparenza lontane anni luce. Fino ai 17 anni ero un convinto sostenitore della pena di morte. Fu l'incontro/scontro con il rock dei Nirvana che mi portò a pormi tante domande. Rivedere molte cose, iniziare a camminare per sentieri meno battuti.

Tutto questo mi è di recente tornato in mente proprio mentre mi trovavo nella sala municipale del comune di San Miniato, in attesa della premiazione. Un caso? Non esattamente. Nel 1786 il Granducato di Toscana fu il primo regno europeo ad abolire la pena capitale in seguito all'emanazione del Codice Leopoldino

Musica. Poesia. Musica. Poesia. Un altro cerchio (personale) di vita che mi ha fatto ulteriormente riflettere e continuare a scrivere.

“… sarebbe fin troppo facile passare 
il resto della giornata ad aspettare che i germogli
diventino farfalle, credo
pertanto che non potrò rimanere in disparte
dalle colline… alleggerirò il peso specifico
della mia  prudenza, poi andrò avanti…” l.f

Rape me, performance live by Nirvana

A bordo del ferry boat al Lido d Venezia verso la Toscana © Luca Ferrari
I riconoscimenti/premi conseguiti al Concorso La Rocca - Città di San Miniato 
Il trofeo del 1° premio nel cuore del Chianti senese © Luca Ferrari
L'ispirazione poetica live in Toscana © Luca Ferrari

mercoledì 14 ottobre 2015

Venezia, con permesso... e poesia

Carta, penna e mare: si può scrivere © Luca Ferrari
Viaggio nel mondo poetico di Vita, con permesso..., silloge veneziana vincitrice del 1° premio al concorso Letterario Internazionale La Rocca – Città di San Miniato.

di Luca Ferrari


Scendete a fine articolo. Non leggete subito. Schiacciate play nel video di Youtube. Anche se non è il vostro genere, mettetela comunque di sottofondo. C'è bisogno della giusta atmosfera. Benvenuti nel mio mondo. Non quello dei classici reportage giornalistici di viaggio. Quello del principio. Quello che ha dato origine a tutto. Poesie. Testi. Lyrics. Chiamatele come vi pare. “… e allora facciamo in modo di lasciare i pennarelli ai nostri figli e noi a guardare altre direzioni nella varietà di un mondo precocemente abbandonato”. Scrivevo così lo scorso 23 luglio ne Il falò del nostro singolare, poesia diventata un paio di mesi dopo parte della raccolta Vita, con permesso... con cui mi sono aggiudicato il 1° premio (sez. silloge) al concorso Letterario Internazionale La Rocca – Città di San Miniato (Pi). Un veneziano che vince in Toscana, nel mio caso connubio al limite della perfezione vista l'estrema vicinanza con quella regione. “Io mi considererò sempre americano ma comincio a pensare da inglese”, diceva nel commovente finale di Sua maestà viene da Las Vegas il buon Ralph Jones (John Goodman). Alla comunicazione del premio vinto, quelle parole mi sono tornate subito in mente come a dire: “Profeta in patria? Ma quando mai. In Toscana, semmai. Ecco appunto!". È dal 1999 che partecipo a concorsi di scrittura e qualche soddisfazione me la sono tolta in termini di pubblicazioni (sei libri editi di poesia e uno di narrativa giornalistica). Anche in fatto di riconoscimenti non sono proprio rimasto a mani vuote. So bene che la poesia non rende e non vende ma che volete che vi dica? Ci sono forze al mondo che è inutile combattere, puoi solo assecondarle e diventare una cosa unica. “Non ti dirò quello che sono stato perché l’oscurità non è mai stata un nascondiglio, e quando ero felice al massimo una lettera sconsolata faceva da calco al mio scheletro senza recapito” l.f Raramente ho scelto di partecipare a concorsi a tema. Al contrario sono sempre stato attirato dall'espressività totale senza condizionamenti di ispirazione. Così, quando si tratta di scegliere una categoria prediligo sempre la silloge. Ci posso mettere un titolo (che adoro a livello narrativo) e ci può essere un filo conduttore. Se non hai niente da fare e sai scrivere, scrivere è la cosa più bella del mondo suggeriva Ezio (Fabio de Luigi) nella brillante commedia Happy Family (2010, di Gabriele Salvatores). I greci (se non erro) sostenevano che una volta scaraventato dentro la carta il daimon, lo s'imprigionasse. Si, il demone sarà anche “in gabbia” ma è altrettanto vero che ce l'hai davanti. Lo avrai sempre. Non potrai più tornare indietro. Sarà sempre lì. Anche se brucerai il foglio o cancellerai il file, saprai sempre quello che hai scritto. “Se a fine giornata potessi ancora specchiarmi in qualche biscottata tazza di latte, potrebbe anche essere che ci potremmo fare una risata senza scomodare nemmeno un giorno del domani/... ai nostri sogni infranti non ho molto da dire … non ho voluto fare nulla per ambire a una spiegazione differente” l.f Siamo arrivati ai quasi saluti. Se avrete la pazienza di leggerle tutte le cinque poesie (sono 25 versi ciascuna spazi inclusi) vi troverete catapultati in un mondo dove le carezze hanno più le fattezze di ombre, e la realtà non è tanto diversa da una dittatura verso cui il mondo ha deciso di dare spensierata e condivisa obbedienza. E dinnanzi a tutto questo, è inevitabile che la penna assorba e reagisca. Tutto qui? Non esattamente. Le cinque poesie scelte mostrano un mondo da cui mi sento deluso, incapace di arrivare a un autentico punto zero e ripartire. Un mondo che si crogiola nei propri errori senza alcuna intenzione di cambiare. Eppure, da qualche parte il sole splende. Anche davanti a noi. Semplicemente è sepolto dal troppo carbone. Sepolto da troppe bugie. Ma la scrittura non è un bluff, soprattutto quando lasci sguinzagliare i tuoi demoni senza alcuna volontà di metterli sotto chiave.
Nothing As It Seems, by Pearl Jam

La 1° poesia della silloge "Vita, con permesso..." © Luca Ferrari
La 2° poesia della silloge "Vita, con permesso..." © Luca Ferrari
La 3° poesia della silloge "Vita, con permesso..." © Luca Ferrari
La 4° poesia della silloge "Vita, con permesso..." © Luca Ferrari
La 5° poesia della silloge "Vita, con permesso..." © Luca Ferrari
Avamposti di scrittura al Lido di Venezia © Luca Ferrari
Al calar delle luci, nel cuore del Chianti toscano © Luca Ferrari